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Attualità/Russia

La sorpresa del Pil di guerra della Russia. Il punto di A. Orioli per Morning24.


Tra i tanti dati che ha illustrato il Fondo monetario nelle sue previsioni ce n’è uno che colpisce più di tutti: il raddoppio della stima di crescita per la Russia, che nel 2024 vedrà il Pil aumentare del 2,6 per cento. Naturalmente la spinta viene dall’economia di guerra che è diventata il paradigma produttivo e di sviluppo della Russia contemporanea.

La spesa militare è ormai al 6% del Pil, ha raggiunto gli oltre 86 miliardi di dollari ed è ben oltre il triplo di quella che dovrebbe essere la spesa standard in Europa secondo i dettami Nato (ma che ad esempio in Italia è molto al di là da venire). Le banche hanno avuto un boom di profitti grazie alle importanti iniezioni di liquidità nel sistema fatte dalle Banca centrale e anche alla corsa ad acquistare le partecipazioni nelle aziende occidentali che lasciano il Paese, o a sottoscrivere i mutui sussidiati dallo Stato.

Complessivamente - il dato è della banca centrale russa - il settore del credito ha guadagnato nel 2023 37 miliardi di dollari, 16 volte più dell’anno prima. Sono calate le entrate da gas e petrolio provenienti dall’Europa, ma sono state in parte compensate da acquisti cinesi e indiani. L’economia di guerra costringe le autorità e le istituzioni all’abbandono del settore civile, scassato e obsoleto in tutti i suoi gangli vitali, dall’edilizia agli impianti per l’energia o l’acqua.

Tanto che torna in auge l’idea di nazionalizzare i vari servizi, un tempo oggetto della privatizzazione selvaggia che ha dato il via alla stagione degli oligarchi. I dati sono di difficile reperimento e tutto è avvolto nella nube bellica. Ma non è insensato immaginare che le sanzioni non abbiano colpito come avrebbero dovuto.

E magari chiedersi perché.


(Fonte: Morning24)

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